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Birillo – di G. Lastraioli

Birillo

Nel 1953, ai tempi della “legge truffa”, il segretario politico della Democrazia Cristiana di Empoli era il dottor Cesare Beccari, primario chirurgo presso lo Spedale di San Giuseppe, detto comunemente “Birillo” in sezione per la lucente pelata e la sua bassa statura.
Ad onta della scarsa stazza fisica, “Birillo” era assai energico e autoritario. Di coraggio ne aveva da buttare,  anche se alle riunioni notturne di partito veniva sempre con la pistola.
Come politico, qui a Empoli, non durò molto.
Era troppo “ingessato” per il nostro ambiente proclive al quieto vivere e ai paciosi compromessi.
Il dottor Beccari era originario di Rimini e romagnolo verace di carattere e di temperamento, per cui mal si adattava ai nostri modi scanzonati e beffardi in tutte le occasioni. In poche parole: non aveva gli empolesi in simpatia.
Pignolo oltre misura, polemizzò aspramente col sottoscritto ritenuto colpevole di un anacronismo storico che invece era un banale refuso in un articolo sul passaggio di Annibale in Toscana.
A saperlo pigliare per il verso, riusciva ad aprirsi e a sfoderare la sua innegabile erudizione.
Talvolta snocciolava anche ricordi personali e familiari, come quando ci raccontò che sarebbe stato ricchissimo se suo nonno Carlo non fosse stato praticamente rapinato da una pattuglia di gendarmi pontifici,al confine fra la Toscana e il territorio di Porli,di tutto il danaro (quindicimila scudi) proveniente da una pingue eredità. La scusa del prelievo fu l’addebito che si trattasse di soldi destinati a Garibaldi, allora in fuga da quelle parti, ma non era vero, giacché il nonno Carlo era persona devotissima al trono e all’altare. Nondimeno i ducati sparirono e non furono mai restituiti da alcun governo, nonostante tutti i tentativi e i passi legali.

Dopo cent’anni a “Birillo” non andava ancora giù e se la rifaceva col mondo intero.

9 gennaio 2014            Giuliano Lastraioli

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