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Empoli, 27 luglio 1944, ore 8,30 – di Claudio Biscarini

Giovedì 27 luglio 1944, la Chiesa ricordava Santa Liliana e Sant’Aurelio. Il sole si levava alle 5 e tramontava alle 19,33.

In tempi normali sarebbe stato un giorno di mercato, con la gente dei paesi vicini che confluiva in città per vendere i prodotti di una terra ricca di ogni ben di Dio. Ma si era in guerra da quattro anni, e i prodotti ora o andavano all’ammasso o venivano venduti “sottobanco” a borsa nera.

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Foto n.1. Sherman del Calgary regiment

Quel giovedì, però, nemmeno questo era possibile a Empoli. La città era stata segnata dalle mine tre giorni prima: un lunedì nero in cui anche ventinove innocenti avevano pagato con la vita la rappresaglia tedesca per un attacco avvenuto il giorno innanzi.

Gli Alleati erano in (lenta) marcia verso l’Arno. A Poggibonsi, precisamente alla confluenza tra la statale n.2 Cassia e la Strada Senese-Romana verso l’Osteria Bianca, era stata presa una drastica decisione: due intere divisioni, la 6th South African Armoured Division e la 2nd New Zealand Division, più due brigate della 8th Indian Infantry Division si sarebbero dirette verso Firenze e le colline che, da Montelupo, si dirigevano verso est sopra le quali correva l’ultima posizione difensiva tedesca del capoluogo di regione: la Paula-Madchen –linie. Un intasamento che avrebbe fatto convergere, nei giorni a seguire, i reparti delle prime due unità a Porta Romana da dove, poi, le pattuglie avrebbero raggiunto l’Arno e quel che rimaneva dei ponti che lo scavalcavano e dei quartieri medievali fiorentini.

Verso Empoli, assieme agli indiani, si muovevano come pachidermi gli Sherman del 14th Canadian Armoured Regiment Galgary del tenente colonnello Clinton A. Richardson detto Stoney. Cinquantasei mostri d’acciaio da 30 tonnellate, armati con cannone da 75 mm M3/L40 e due mitragliatrici Browning .30-06 e una in torretta .50 M2HB. La velocità massima era di 50 Km con un’autonomia di 160 Km. Il motore era un Wright-Continental R975 a benzina e questo, oltre all’altezza eccessiva ben 2,74 metri, faceva dello Sherman un buon bersaglio per i cannoni controcarro tedeschi PAK 40 da 7,5 cm e una tomba micidiale per i 5 membri dell’equipaggio. Data la sua facilità ad incendiarsi, i carristi che lo avevano in dotazione lo avevano soprannominato Ronson come il noto accendisigari e i tedeschi cuoci-Tommy[1]. Eppure, nonostante tutto, usciranno dalle catene di montaggio ben 49.230 Sherman di varie serie che andranno a equipaggiare gli eserciti britannico, statunitense, canadese, neozelandese e perfino sovietico arrivando fino ai giorni nostri con l’impiego durante la crisi di Suez del 1956 da parte dell’esercito israeliano[2].

Foto 2: il tenente colonnello "Stoney" Richardson.
Foto 2: il tenente colonnello “Stoney” Richardson.

I carristi canadesi arrivarono ad affacciarsi alle colline di Cerbaiola, o Cerbibba come la chiamano i War Diaries alleati, a fine luglio del 1944.

La città appariva misteriosa. Le forze tedesche al suo interno non erano granché, ma i canadesi e gli indiani non lo sapevano. Poi c’era quel fiume che si indovinava lontano. Sarebbe stato guadabile? C’erano ponti intatti da sfruttare? E, tra le mura cittadine, si poteva passare senza danni? Tutte domande che dovevano avere una risposta prima di prendere una decisione. Chi arrivò in aiuto? Da un documento dell’epoca possiamo conoscere quel che seppero, giovedì 27 luglio 1944, gli ufficiali alleati.

Riportiamo il testo in lingua originale vista la estrema facilità di lettura:

14 GAR report. Partisans report on EMPOLI area Town mined br over over ARNO blown River very deep in middle impassable for vehs. B Sqn with 6 Rf/Rif held up by down and mined rd 5956[3].

Poche e scarne parole, tipiche di un rapporto militare, ma che ci  danno tutta una serie di notizie su quella che era la situazione a Empoli in quella fine luglio del 1944. La presenza di partigiani viene segnalata anche dal War Diary del reparto canadese: One partisan chief told us the Empoli crossing was held by 4 Mk IVs, 4 probable 75mms, 2 probable 150s 2 M.Gs without ammo (a persistent report) 1 mortar and 70 men[4]. Furono quelle  informazioni, unite alla mancanza di conoscenza delle possibilità tedesche e alla difesa che gli uomini di Kesselring fecero del rilevato ferroviario e perfino della stazione, che bloccarono gli Alleati. Come dice il War Diary del Calgary It was decided not to occupy Empoli, but merely send in patrol. Essi  aspetteranno ancora metà agosto per penetrare tra le mura del castello di Empoli e raggiungere l’Arno. Come si sa, lo passeranno a settembre ma gli Sherman dei canadesi, a quell’epoca, saranno già a rompersi le ossa sul fronte adriatico.

 


Note e Riferimenti:

[1] Tommy era il nomignolo con cui i tedeschi identificavano i britannici.

[2] Alcuni Sherman entrarono in azione anche durante la guerra dei sei giorni nel 1967 assieme ai britannici Centurion e ai carri leggeri francesi AMX 13.

[3] Punto carta Poggiopiedi.

[4] Il Segno di Empoli,  luglio 1992, n.18, p.7.

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