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La carriera fulminea di Alessandro Martelli, ministro di Mussolini – P. Santini

Alessandro Martelli foto inedita 3Passeggiando per Vinci, nella parte bassa del paese, l’osservatore attento percepisce immediatamente alcune presenze notevoli, in qualche modo diverse dalle solite case, presenze inusuali e rivelatrici. L’attuale teatro della Misericordia, la splendida villa Martelli, e l’edificio che ospita oggi l’istituto di ottica, già scuola elementare. Si tratta di tre edifici progettati da un architetto illustre, il fiorentino Adolfo Coppedè, tutti realizzati negli anni Venti del Novecento, periodo in cui ai vertici del governo nazionale c’era anche un vinciano doc, il ministro dell’economia Alessandro Martelli. Fu proprio Martelli a chiamare nella terra natale di Leonardo l’architetto fiorentino innamorato del Rinascimento, e fu proprio Martelli a volere che l’artista lasciasse un’impronta forte e visibile per le vie del borgo basso, quasi a creare una sorta di secondo polo d’attrazione che facesse da contraltare moderno, architettonicamente degno di nota, all’antico borgo medievale, dominato dalla massiccia mole del castello dei Conti Guidi. Vediamo da vicino chi era questo straordinario personaggio.

Alessandro Martelli e gli errori della Treccani. Da Federico Martelli e da Matilde Negri nasce a Caltanissetta – dove il padre, vinciano doc, è in missione temporanea in qualità di ingegnere ferroviario – e non a Vinci, il futuro ministro di Mussolini, Alessandro Martelli.

Ma ecco il primo inghippo: la monumentale enciclopedia Treccani riporta, erroneamente, «Martelli Alessandro. Geologo nato a Caltanissetta da famiglia toscana il 25 novembre 1878», e la stessa data di nascita è riportata dall’altrettanto prestigioso Dizionario Biografico degli Italiani. Si tratta di un grossolano e ripetuto errore, perché siamo riusciti a reperire nell’archivio storico comunale del municipio siciliano l’atto di nascita originale, che riporta inequivocabilmente la data del 25 novembre del 1876. L’atto è stato anche

Villa Martelli
Villa Martelli

pubblicato in copia originale sul Bullettino Storico Empolese in un ampio saggio biografico da noi dedicato al Martelli al quale rimandiamo per approfondimenti e per una bibliografia completa delle opere. Oltretutto l’articolo sul Bullettino era apparso molto tempo prima della pubblicazione della voce relativa al nostro sul dizionario biografico degli italiani. Inoltre, a suo tempo – e in tempo utile – avevamo fatto presente al direttore del prestigioso Dizionario di essere in possesso di notizie riguardanti il Martelli piuttosto interessanti. Ricevemmo generica risposta. Ma poi niente, hanno pubblicato ancora una volta la data di nascita sbagliata, perseverando diabolicamente nell’errore. Chissà per quale motivo poi. Comunque, riprendiamo la vicenda biografica.

Gli studi. Avviato verso gli studi tecnici, il giovane Martelli divenne ben presto abile geologo, portando a compimento numerosissime esplorazioni in Albania, nel Montenegro, nelle isole della Dalmazia, in Erzegovina, a Rodi e in Egitto. Il suo campo di ricerca privilegiato sarà la mineralogia; diverrà, nel 1910, docente di mineralogia e geologia applicata al Regio Istituto Agrario e forestale di Firenze, poi docente e quindi professore ordinario di geologia alla Regia Università di Roma dal 1927. Il 10 febbraio del 1904, in quel di Cerreto Guidi invece che a Vinci, sposerà Dolores Corsi, dalla quale avrà due figli, Vieri e Franco, nati il primo nel 1904 e l’altro nel 1906.

Il Nazionalismo a Empoli. Alessandro Martelli aderì subito, insieme al cugino Alberto Castellani ed a Corrado Masi , entrambi empolesi, al movimento nazionalista di Enrico Corradini, anche lui originario della zona, di Samminiatello presso Montelupo Fiorentino. Non finiscono qui le analogie con la vita di quello che diverrà un altro esponente di primo piano del Regime, il nazionalista Luigi Federzoni , il grande mediatore fra le due anime del fascismo, la moderata e l’estremista, fondatore con Corradini ed Arcari dell’Associazione Nazionalista Italiana nel 1910. Ma torniamo un passo indietro. Proprio a Empoli sorse, su impulso della classe borghese, il secondo circolo nazionalista in Italia, fondato nei locali del Teatro Salvini il 25 luglio 1909. Era stato Enrico Corradini che, recatosi a Empoli ai primi di luglio dello stesso anno, aveva gettato le basi per la fondazione del gruppo nazionalista; tre anni prima, il 22 luglio del 1906 era nato per volontà dei futuri nazionalisti e a dar loro voce, anche un giornale settimanale, “Il Piccolo Corriere del Valdarno e della Valdelsa”. Tra i primi fondatori ritroviamo gli amici del Martelli, Masi e Castellani. Nel 1911-12 Martelli parteciperà da volontario alla guerra italo-turca e sempre da volontario prenderà parte, come ufficiale del Genio, alla Grande Guerra. Conseguì sul campo, dal 1915 al 1918, due promozioni per meriti di guerra e la croce di guerra. Partito come tenente, fu promosso capitano e fu impegnato nelle battaglie dell’Isonzo e nella zona di Gorizia. Alla fine del 1917 fu richiamato dal fronte per essere comandato nell’ufficio invenzioni e ricerche del ministero per le Armi e munizioni. La struttura, diretta da Federico Millosevich, maestro del Martelli presso l’Istituto forestale di Firenze nonché successivamente suo biografo, si occupava dell’approvvigionamento di materie prime per la siderurgia di guerra.

L’astro nascente del fascismo toscano. A Firenze, fra il 1919 ed il 1920, fu fra i fondatori dell’Unione Politica Nazionale e fu tra i primissimi nazionalisti aderenti al fascismo; fu l’inizio di una folgorante carriera politica. Il 1º ottobre 1922, s’iscrisse al Partito Nazionale Fascista, presso il fascio di Firenze; fu tra i protagonisti della marcia su Roma al comando della colonna Ceccherini. Nel 1923, fu eletto consigliere provinciale, nell’aprile del 1924 deputato al Parlamento Nazionale; nel marzo del 1929, sarà eletto nuovamente deputato nella XXVIII legislatura, dopo il “primo plebiscito” del regime. Memorabile il discorso tenuto al Teatro Salvini ai primi di aprile del 1924. Il candidato fu acclamato per decine di minuti da una folla entusiasta. Il discorso, lunghissimo e intriso di roboante retorica, terminava in questo modo: «Il popolo nostro dovrà esprimere col suo voto se deve rimanere al governo d’Italia l’Uomo che l’ha salvata dal baratro e dalla rovina e che ha dimostrato di saperla condurre alla riconquista della gloria di Roma, o se pure le falangi fasciste dovranno riprendere la rivoluzione interrotta e dare al Duce della nuova Italia più assoluto potere. Voglia il destino che il popolo tutto, in un responso vibrante di concordia e di passione, possa affermare la propria fede e la propria speranza nell’opera di Benito Mussolini, benedicendo col poeta quanti per l’Italia morirono, quanti per l’Italia vivranno» . Vedremo che qualche anno dopo tornerà su alcune di quelle valutazioni.

Progetti lungimiranti. Cogliamo l’occasione per ricordare, sempre riproponendo integralmente un articolo del Piccolo, i progetti di largo respiro e di programmazione a vastissimo raggio ai quali il Martelli partecipò attivamente, soprattutto per la sua Toscana. Il Martelli era un uomo che guardava, e vedeva, lontano. Sentiamolo in questa sorprendente intervista rilasciata a Idreno Utimpergher, dal titolo “Rinascimento Toscano. Intervista con l’on. Martelli”. Siamo nel 1925:

«Or son due anni a Firenze, nella storica sala dei Duegento, per iniziativa del cav. Enrico Barfucci, iniziativa che fu benevolmente accolta ed autorevolmente coadiuvata dal Sindaco di Firenze se. Garbasso, dal Pro sindaco comm. Del Beccaro e da tante altre illustrazioni della intellettualità toscana, si gettavano le prime basi dell’Ente per le Attività Toscane (E. A. T.). In seguito, sotto la presidenza dell’on. Alessandro Martelli, che vi apportò tutta la sua energia e la sua profonda competenza, questo Sodalizio assurgeva all’odierna importanza, fino a costituire uno dei gangli più importanti per l’esplicazione di quelle forme d’attività intellettuale e produttiva, che dovevano direttamente contribuire alla rinascita economica e morale della nostra regione. L’impulso che l’E. A. T. sta dando a tutte le forme d’esplicazione industriale ed artistica ed al miglioramento intellettuale e morale tante volte auspicato, è veramente notevole e vari organismi sono stati appositamente creati, per lo svolgimento del programma prefissosi dell’Ente. Ci siamo recati, giorni sono, nella sede di Via de’ Ginori e, per aver maggiormente dilucidazioni intorno all’opera svolta dal Sodalizio, abbiamo voluto intervistare l’on. Martelli, che fino dal sorgere dell’Ente, coadiuvato efficacemente dal cav. Enrico Barfucci, ha dedicato alla divulgazione dell’istituto tutta la sua attività e la sua profonda competenza dei problemi economici concernenti la nostra regione. L’on. Martelli ci ha cortesemente ricevuti e ci ha dato ampi schiarimenti circa il funzionamento degli organismi che curano lo svolgimento delle varie iniziative. «Il lavoro propriamente detto –  ci spiega l’onorevole – viene svolto da Commissioni appositamente costituite, che curano direttamente il compimento di opere pratiche ed all’uopo sono sorti Il Comitato Regionale d’Arte, la federazione Toscana per il Turismo, Sezioni di Turismo, Educative ed Industriali, un Comitato d’Etruscologia presieduto dal prof. Minti, sopraintendente agli scavi, un Comitato per i rapporti Italo-Romeni ecc., le cui attività hanno lo scopo principale di divulgare l’industrie toscane, l’arti ed il movimento turistico, coadiuvate da un apposito Ufficio Stampa dei Comuni Toscani. Il programma già inizialmente messo in attuazione, comprende il dono ai soci della Rivista Mensile illustrata, in 40 pagine a grande formato Illustrazione Toscana, in cui collaborano le migliori penne della regione e d’Italia, quali Allodoli, Pirandello, Provenzal, Vivanti, Levi, Prosperi, Pancrazi ecc.; e di pubblicazioni sulla Toscana quali la Veek in Florence, il Tuscany, la Guida di Vallombrosa e Montecatini (in corso di preparazione) ed altri volumi, editi dalla nostra Casa. Si sono inoltre organizzati dal Comitato regionale d’Arte, due fiere d’Arte e vari concorsi periodici per la scultura e la pittura, e sono stati costituiti Uffici informazioni ecc». «Ultimamente è stata inaugurata, alla presenza di S. M. il Re, la 1 Esposizione Fotografica del Paesaggio Toscano e sono state indette moltissime riunioni turistiche, l’ultima delle quali è stata compiuta a Vallombrosa, per commemorare il grande poeta inglese Milton, alla presenza del Duca di Pistoia, da cui ho ricevuto la più completa  ed entusiastica adesione; e adesso si sta costituendo una Società per l’edizione di un tipo di libro nazionale chiamata Il Rinascimento del Libro». «E quali sono – domandiamo – le ultime pubblicazioni edite dall’E. A. T.?» «Occorreva valorizzare le industrie tipiche toscane, un tempo tanto fiorenti, ed in special modo l’artigianato derivante dall’antico mestiere ed all’uopo abbiamo pubblicato dei volumetti come: Ferri battuti. L’Arte della lana, Maioliche e Terrecotte ecc. Il Franchi specialmente, nel suo volume Ferri battuti, è stato particolarmente efficace trattando con vera voce di competente e di artista questa arte toscanissima, nel suo sviluppo attraverso i vari tempi con splendori e decadenze ed auspicando alla rivalutazione dell’Industria dei Ferri battuti, non solamente per il lato pratico ed industriale, ma anche perché sia riportata all’antica grandezza di pura arte decorativa ed ornamentale, ricca d’elementi di stilistica e d’estetica, degna della nostra tradizione».

Autostrade e ferrovie. «E per l’autostrada Firenze-Mare è stato fatto qualche cosa?» «Sì, moltissimo: un uomo d’attività e d’ingegno, il comm. Guido Del Beccaro, coadiuvato da tre ingegneri di valore, il comm. Frosali, il comm. Marzucchi ed il comm. Bartolini, modestamente con una pazienza infinita, prepararono questo progetto che aveva del fantastico ed oggi sono quasi giunti al compimento dei loro sforzi. Già un primo tronco d’autostrada ha dimostrato il grande successo di tale sistema di viabilità adottata anche da altre regioni, e presto la grande strada sarà pronta ed i rombanti motori, apportatori di commercio e di ricchezza, potranno congiungere la nostra città alle grandi vie del mare, rinnovando i fastigi degli antichi signori che s’onoravano di chiamarsi mercatanti della Repubblica Fiorentina. Il progetto per le autostrade che dovrebbero formare la rete toscana è già pronto e comprenderebbe cinque strade, due principali e tre secondarie d’allacciamento. Una principale parte da Firenze, e parallela alla ferrovia Firenze-Empoli-Livorno, fino a Pontedera, dopo, taglia la campagna pisana fino a sboccare al mare a Livorno; l’altra parte pure da Firenze e, quasi parallela alla Firenze-Pistoia-Lucca, dopo, attraversa la Lucchesia e la Versilia compiendo una curva nella pineta e toccando Torre Del Lago per proseguire fino a Viareggio. Delle tre secondarie una d’allacciamento si diramerebbe in prossimità di Borgo a Buggiano andando a congiungersi con la prima a Pontedera, un’altra riunirebbe Torre Del Lago a Livorno passando per Pisa e l’ultima congiungerebbe la principale Firenze-Livorno con Siena. Già una linea ferroviaria congiunge Firenze con Siena passando per Empoli, mentre l’autostrada partirebbe da Montelupo operando il congiungimento attraverso la Val di Pesa e Castellina in Chianti fino a giungere a Siena. Queste sono in massima le linee già tracciate della rete toscana e la fede e la fermezza dei componenti il Comitato ci danno le più sicure garanzie di successo. Una Società si è già costituita e si sono già iniziati gli studi definitivi e le trattative col Governo per l’opera d’attuazione. Oltre a tutte queste attività ed a tutte queste opere, molte delle quali sono già in attuazione ed altre in via d’inizio, miriamo a stimolare potentemente quello spirito di toscanità, che deve animarci per il miglioramento intellettuale d educativo della nostra Regione: e questo miglioramento sarà maggiormente dimostrato, al compire del terzo anno della nostra fondazione, nel Congresso per le Attività Toscane, dove daremo il risultato ed il beneficio degli sforzi da noi compiuti. Orgoglio toscano il nostro? – si chiede l’on Martelli – Forse, ma meglio si dirà orgoglio d’italianità, orgoglio di riportare mediante un lavoro fecondo la Toscana alla testa delle regioni d’Italia nelle grandi imprese dell’industria e del rinnovamento morale ed intellettuale». L’on. Martelli si alza congedandoci e noi lo ringraziamo, entusiasti di questo nuovo fervore di vita, promettendoci di ritornare presto sull’argomento, per illustrare meglio il complesso d’opere dell’Ente» .

La carriera di Martelli fu fulminea; da sottosegretario di Stato per le Comunicazioni dal 5 novembre 1926 al 9 luglio 1928 arrivò, già dal 1926, ai vertici dell’Azienda Generale Italiana Petroli, l’Agip, nominato direttamente da Mussolini, sulla scia delle prime fortunate ricerche petrolifere condotte con successo in Albania. Ottenne per l’AGIP uno stanziamento, per espressa volontà del Duce, di 90 milioni di lire destinati a finanziare una grandiosa campagna di ricerche petrolifere sul suolo italiano. Approntato un imponente piano di trivellazioni, ottenuta l’approvazione del Consiglio Superiore delle Miniere, vide con soddisfazione iniziare le prime ricerche sul campo. Fu, se vogliamo, uno dei principali maestri di Enrico Mattei, il futuro presidente dell’ENI . Le ricerche petrolifere avviate su larga scala dal Martelli, possono essere considerate l’inizio delle campagne, interrotte durante la guerra, che fin dal 1945 porteranno Enrico Mattei, nominato commissario dell’AGIP, ente di cui era stata prevista la liquidazione, a riprendere l’esplorazione del sottosuolo italiano. Tale campagna esplorativa, naturale ed evidente prosecuzione delle ricerche volute dal Martelli, condurrà poi alla scoperta dei grandi giacimenti di metano nella Val Padana e ad alcuni giacimenti petroliferi, uno su tutti, quello di Gela in Sicilia.

La vita del nazionalista vinciano fu da uomo di prim’ordine del cosiddetto “fascismo in doppiopetto”: brillante, colto, preparato, abile e incisivo oratore, elegante frequentatore dei salotti buoni prima a Firenze e poi a Roma. Il 9 luglio del 1928, fu nominato ministro dell’Economia Nazionale, carica che ricoprirà fino al 12 settembre 1929. Era la consacrazione definitiva. L’11 giugno del 1929, pronunciò un discorso alla Camera che avrebbe potuto segnare uno spartiacque nella politica economica fascista, ma il 12 settembre il governo fu modificato in larga parte, e il Ministero dell’Economia Nazionale fu trasformato nel Ministero dell’Agricoltura e Foreste; a presiederlo sarà chiamato Giacomo Acerbo.

Lo stesso Mussolini spiega tale modifica giustificandola con il fatto che, mentre l’agricoltura necessita ancora di un unico centro propulsivo, considerati i grandi progetti in corso come la bonifica integrale e la battaglia del grano, gli interessi dell’industria sono ormai affidati ai ministeri delle corporazioni e delle finanze. Quella del Duce sarà, a nostro avviso, una scelta miope, considerando il programma proposto dal Martelli; probabilmente quel programma di politica economica, proposto da una tale personalità con una tale preparazione, era troppo lungimirante, e la rivoluzione fascista ormai era già lontana. Sarebbe ingenuo però pensare soltanto ad un errore. Anche altri fattori giocarono probabilmente a sfavore del Martelli; non ultima, la sua grande intelligenza, e la forse eccessiva caratura professionale e politica, doti che lo portavano ad essere ostile nei confronti di servilismi d’ogni genere, anche nei confronti del Duce, anche nei confronti dei poteri forti. Scomodamente evidenti del resto, nel campo della politica economica, le divergenze profonde fra le idee del Martelli e quelle dello stesso Mussolini .

Il programma di politica economica, proposto dal Martelli, era stato troppo lungimirante.

Vinci nel cuore. Alessandro Martelli non dimenticò mai Vinci ; nel 1911, alla morte di uno dei più importanti studiosi di Leonardo di tutti i tempi, Gustavo Uzielli, insieme allo zio Roberto fece acquistare al Comune di Vinci il fondo leonardiano dell’Uzielli, costituito da oltre 300 pezzi rarissimi di opere a stampa. Nel 1919 sarà sempre Alessandro Martelli a “convincere” gli eredi del conte Masetti a donare il castello dei Conti Guidi al Comune di Vinci per realizzarvi un museo dedicato a Leonardo, nel quarto centenario della morte del Genio. Fu lui, insieme a Renzo Cianchi, a volere fortemente la Biblioteca Leonardiana, fu lui a volerla rendere aperta al pubblico nel 1928, fu sempre lui ad avviare i pesanti e costosi restauri, già nel 1926, del castello di Vinci per realizzare il tanto agognato museo – raccolta di cimeli vinciani. Dal 1929 iniziarono i lavori di restauro più significativi, che videro arrivare a Vinci una serie di finanziamenti, reperiti ovunque ancora dal Martelli, con grande spirito di sacrificio sia a livello locale che a livello nazionale. Non vedrà, a causa della sua morte improvvisa avvenuta nel 1934, il completamento definitivo delle operazioni di recupero e non vedrà l’inaugurazione dei locali della rocca restaurata che ospiterà la Biblioteca Leonardiana fin dall’inverno del 1942. Ma a quel punto, purtroppo, le priorità erano altre ed i restauri si interruppero per un lungo periodo. Martelli ricevette negli anni numerosissime onorificenze: sarà Grand’Ufficiale della Corona d’Italia fino a ricevere il Gran Cordone (25 ottobre 1932), sarà commendatore dell’Ordine Mauriziano (9 giugno del 1930) . Infine, il 1 marzo del 1934 sarà nominato Senatore del Regno con 164 voti favorevoli e 8 contrari. Fu stroncato da un male improvviso, che lo condusse alla morte in pochi giorni. Morì a Firenze, presso l’ospedale di Careggi, il 5 ottobre 1934, a soli 58 anni . Fu seppellito nel cimitero di Vinci. Un vinciano fra i grandi.

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