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Il Raspamota

Il “RASPAMOTA” in Arno

I rappresentanti della Nazione, del Nuovo Giornale, e del Piccolo a bordo.

Rarissima fotografia dell’autoscafo “Firenze”, anno 1910.

Non è a tacersi di una delle questioni più importanti che interessano la Toscana e massimamente la nostra bella valle dell’Arno. Il “Raspamota” dell’ on. Orlando, questo semplice e comodo autoscafo a propulsione, che nella passata settimana ha felicemente e vittoriosamente compiuto il tragitto Bocca d’Arno-Firenze e viceversa, superando senza troppa fatica la corrente del fiume, in alcuni punti fortissima, e la violenza di una tramontana implacabile, ci fa pensare seriamente alla possibilità di vedere il nostro corso d’ acque maggiore solcato da numerosi battelli, ed, in conseguenza, la fertile regione toscana arricchirsi notevolmente per il traffico aumentato, e le condizioni di trasporto a tal punto agevolate.

Fino ad oggi ci si ostinava a chiamar l’Arno impraticabile per un sistema ben organizzato di navigazione. L’on. Orlando con quella tenacia di propositi e forza di volontà che caratterizzò o distinse sempre il bel nome della gloriosa famiglia cui appartiene, ha dimostrato testé l’assurdità di ogni nostra asserzione: e noi siamo ben lieti di registrare, in questa Cronaca, l’importante avvenimento dei nostri giorni, e di unirci coi più volonterosi per reclamare dal Governo un aiuto costante, un’opera energica ed assidua in favore della navigazione dell’Arno. Undici milioni saranno destinati quest’anno dallo Stato, pei lavori della navigazione interna ma la massima parte di questi verranno assorbiti dalle regioni italiane del nord, che, di gran lunga più attive o più sveglie della nostra, già traggono ricchezze inesauribili dalle numerose canalizzazioni delle loro acque.
E’ il tempo di pensare un po’ anche alla Toscana: e, se tutti ci scuotiamo e chiediamo, è a ritenersi che troveremo validi appoggi, alla Camera, in tutti i deputati che ci rappresentano.

Intestazione del giornaIe empolese il ” Piccolo”; da questo numero abbiamo trascritto l’articolo di cronaca sulla inaugurazione del “Raspamota”.

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Il “Raspamota” è un battello costruito espressamente per i bassifondi. Possiede un motore “Itala” a benzina, della forza di 14-24 HP, e può tenere benissimo a bordo, nonostante abbia dimensioni assai piccole, anche dodici persone: è senza carena, e pesca soltanto venticinque centimetri circa. Tuttavia esso non è il battello ideale, giacchè questo ha dovuto servire unicamente il primo esperimento. Riuscito il tentativo, occorre, ora, l’opera insistente e proficua dei nostri rappresentanti. Ma, di questo, in seguito.

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Favoriti dalla cortesia dell’on. Salvadore Orlando, e chiamati da un invito gentile del Cav. Ing. Picchiotti, che (occorre dirlo?) si è mostrato, in questa occasione, come sempre, di una attività impagabile, abbiamo preso posto sul “Raspamota” per potere più da vicino studiarne il funzionamento, e, soprattutto, per avere direttamente un’idea chiara e netta delle condizioni di navigabilità del nostro Arno. La gita si è compiuta sotto i migliori auspici e col più splendido risultato; ed a notarsi subito che il fiume trovavasi assai scarso di acqua, ed il battello carico di ben 12 persone, tra le quali ricordo subito 1’on Salvadore Orlando, Deputato di Livorno, autore del primo progetto di navigazione fluviale per il nostro fiume, ed organizzatore della gita; il conte Martorelli, colonnello del Genio Navale, Vittorio Vecchi per il Nuovo Giornale (Jack la Bolina), l’Ing. Cav. Giulio Picchiotti, l’anima della comitiva, e l’Ing. G. Bellincioni di Pontedera. .
L’on. Orlando ci è stato cortese di indicazioni e schiarimenti circa la navigazione interna. Egli è d’opinione che tutto potrà ottenersi… purché, naturalmente, non si dorma.
– È Lei, onorovole, che ha così battezzato il suo battello ?
Si; e mi è piaciuto chiamarlo col modesto nome di Raspamota, perché il fatto di questo primo tentativo non assuma l’aspetto di una impresa grandiosa, ma di un semplice esperimento a scopo di prova e di studio. Non vogliamo batterci la gran cassa, nè fare anzi tempo cose miracolose; è soltanto così che io son lieto oggi di poter mostrare che anche con poco si può arrivare e ottenere.

 

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Il “Raspamota” sostò, nel suo tragitto, a Limite, ove il Cav. Ing. Picchiotti offerse ai gitanti una squisita colazione; poi al Callone per il passaggio della Conca, e quindi a Pontedera. Giungeva dipoi, a Pisa, fra gli sguardi dei curiosi accorsi numerosi al suo arrivo.
Sì annunzia per la fine del mese e forse per oggi a otto, una importantissima riunione dei deputati toscani allo scopo di conferire sulla interessante questione della navigazione dell’Arno.
La riunione si farebbe in Empoli; ma ancora non diciamo per sicurtà notizia. Torneremo sull’argomento.

f.l. (Ferdinando Lami)

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Il passaggio del “Raspamota”

Togliamo dalla Nazione del 17:

“Empoli, 16 – Ieri 15, l’autoscafo Raspamota, di ritorno da Firenze, dopo, aver sostato per poco, al Cantiere di Limite, proseguiva alla volta di Pisa, vivissimo oggetto di curiosità per coloro che si affollavano sulle due rive attratti dalla novità della cosa. Erano nell’autoscafo il personale addetto, l’on. Salvadore Orlando, il colonnello conte Mattorelli, Jack la Bolina
(Vecchi), l’ing. Bellincioni, il cav. ing. Picchiotti, ai quali si aggiunsero ad Empoli, l’avv. Ferdinando Lami e il prof. Vittorio Fabiani.
In seguito a questa felice prova dell’autoscafo Orlando noi rinnoviamo l’augurio che la navigazione dell’Arno sia presto un fatto compiuto.”

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Conversando con l’ing. G. Picchiotti

Ho potuto trovare l’ing. Giulio Picchiotti per un vero miracolo: egli è d’un’attività così fervida, e d’un’alacrità così molteplice, che riuscire a sorprenderlo e averlo gentilissimo ascoltatore e informatore prezioso, anche per brevissimo tempo, è fortuna che capita a pochi. A me tuttavia capitò, non perché la dea volubile m’abbia troppo in simpatia, ma perché essa nello sviscerato affetto che nutre per il nostro modesto Piccolo, vuole che i suoi lettori non abbiano ad essere all’oscuro di nessuno de’ problemi più vitali della regione nostra.
– Perdoni, egregio ingegnere. Se non Le recassi disturbo, vorrei dalla sua gentilezza e dalla sua indiscussa e indiscutibile competenza,…. si, si, dalla sua indiscutibile competenza, qualche informazione sulla importante questione della navigazione interna della Toscana. Capirà: il Raspamota ha addirittura rivoluzionato, presso a poco come se si fosse trattato del Vascello fantasma di fortunatissima memoria wagneriana….
O della Nave del trionfo recente…

– … di Gabriele D’ Annunzio, appunto, il Raspamota, dicevo, ha addirittura rivoluzionato le nostre popolazioni. Il problema della navigazione interna si è riaffacciato con tutte le sue rosee speranze dell’ avvenire; si è pensato che si dovrebbe esigere che la nostra Toscana non sia del tutto dimenticata nei prossimi stanziamenti di fondi che il Governo farà per questo scopo; si è detto che l’opinione pubblica dovrebbe essere meglio informata dell’importantissima questione. E, dato tutto ciò, capirà come io ho creduto bene di venirla a intervistare per sapere il suo pensiero sulla navigabilità del nostro Arno.
– Me ne sono occupato con molto interesse e a più riprese. Anzi, alla Camera di Commercio ho fatto tre mozioni sull’argomento che ora torna ad interessare vivamente. La prima mozione fu approvata nella seduta della Camera di Commercio del 14 maggio 1904, le altre due furono approvato nelle adunanze dell’8 giugno 1903, e del 19 giugno 1907.
– So, so: mi dicono anzi che son piene di vedute originalissime e di progetti degnissimi
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(La copia di cui disponiamo si interrompe qui.)

 

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