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Empoli in un dipinto dei primi del Cinquecento

Prima del presente articolo un altro autore aveva fatto la scoperta individuando una sicura rappresentazione rinascimentale di Empoli


Nel libro “Empoli. I luoghi e i tesori della storia”, pubblicato da Editori dell’Acero, 2012, a pagina 14 appare un ingrandimento del dipinto del Sant’Andrea attribuito a Raffaello Botticini, opera custodita nel Museo della Collegiata di Sant’Andrea ad Empoli.

Sant’Andrea, 1506 ca, Raffaello Botticini

Secondo gli autori del suddetto libro l’anno di realizzazione della tavola ricade al 1520 circa, mentre secondo Antonio Paolucci [1] la produzione di questa tavola (compiuta assieme ad altra tavola col San Giovanni Battista) meriterebbe probabile attribuzione all’anno del 1506 in quanto congruente con quanto riportato in un documento pubblicato[2] dal Milanesi nel 1879.

In tale documento risulta infatti che uomini della Compagnia della Veste Bianca (di Empoli) commissionavano a Raffaello Botticini una pala d’altare, di cui la seguente dicitura:

<<in qua tabula pingere debeat, in medio dicte tabule Virginem Mariam cum Jhesu eius filio, et a parte dextera Sanctum Andream, et a parte sinistra sanctum Johannem Baptistam>>. 

Il lavoro fu stimato nella somma di ottanta fiornini, e la relativa consegna doveva avvenire entro un anno e messo.

Questa tavola, secondo Paolucci e Carocci [3] doveva probabilmente provenire dalla Collegiata, posto che la parte centrale con la Madonna sia andata sicuramente dispersa, probabilmente al tempo della soppressione delle confraternite.

Sant’Andrea, 1506 ca, Raffaello Botticini

LA EMPOLI DEL CINQUECENTO NEL DIPINTO

Facendo un ingrandimento di quel piccolo insediamento incastellato posizionato sul braccio sinistro di Sant’Andrea (a destra per chi guarda) si nota in primo piano un edificio isolato, con semplice copertura a capanna, e in secondo piano il castello.

In sintonia con gli autori del predetto libro, ritengo che sia altamente probabile che si tratti di Empoli in una veduta incastellata dei primi del Cinquecento, in epoca anteriore al famoso assedio del 1530.

E l’edificio in primo piano ? Si tratta dell’attuale Madonna del Pozzo, in origine osteria della cervia fuori delle mura, e situato lungo la via fiorentina che da porta fiorentina si dipartiva per andare verso quella Città.

Si tratta quindi della veduta della città murata sul lato est, praticamente stiamo osservando l’allora Piazza della Vittoria.

Questo tratto murario est appare assai simile per non dire identico a quello ovest, che rappresentato in una inedita mappa del XVI secolo, oggi custodita a Salisburgo. Eccola qua:

Se vogliamo fare anche un analisi comparata con mappe e planimetrie geometriche, c’è sempre il buon Catasto Leopoldino redatto nel 1820 e digitalizzato dallo scrivente autore.

In sostanza si può notare come la veduta del dipinto raffiguri al centro la porta fiorentina, demolita attorno alla prima metà dell’Ottocento per iniziare le prime operazioni di superamento della città storica verso le mura medioevali.

Questo tratto murario è stato anche oggetto di un formidabile ritrovamento documentato nelle foto del 1999.

Ai fianchi della Porta Fiorentina si notano i due bastioni “tondi”, ovvero torrioni a pianta semicircolare avente funzione di cannoniere. Al centro del castello svetta la torre ben visibile anche nell’affresco dell’assedio, quella che poi da funzione di vedetta militare diventerà il campanile della Collegiata.

Quella “macchia scura” che sembra comparire alle spalle della Porta Fiorentina, con buona probabilità risulterebbe essere la Porta Pisana vista dall’interno del castello


Note e Riferimenti:

[1] Il museo della Collegiata di Sant’Andrea in Empoli, A. Paolucci, Firenze 1985, pagg. 135;

[2] Vasari-Milanesi, 1879/VI, p. 247;

[3] Carocci, inventario 1894, scheda n. 37;

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