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⌊Recensione libro⌉: “Empoli mille anni in cento pagine” di Giuliano Lastraioli

Giuliano LastraioliSi, proprio quel Giuliano lì.
Si tratta del ns avvocatone, quasi sempre imbronciato e col sigaro tra le dita.

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Egli proprio pochi giorni fa ha dato alle stampe dell’Editori dell’Acero la sua ultima pubblicazione dal titolo “Empoli mille anni in cento pagine.
Si tratta di uno di quei volumi che vanno letti tutti d’un fiato in quanto è stato scritto in maniera perfettamente lineare.
E’ riuscito con disinvoltura a concatenare fatti, eventi, persone e periodi storici in maniera continua attraverso le pieghe dei secoli.
Man mano che si avanza nella lettura emerge sempre più il sottile filo socioidentitario dell’abitante “in Empoli” (come puntualizzato dall’autore).
Ritengo infatti che il vero obbiettivo dell’autore non sia stato quello di fare una “ribollita” di cose già pubblicate, bensì di plasmare l’identikit dell’abitante empolese.
Se questo era il fine recondito, bisogna ammettere che è stato raggiunto al cuore.

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recensione Giuliano-Lastraioli-Empoli-mille-anni-in-cento-pagine

Dalla lettura si riesce a percepire l’analisi critica de “l’empolese”, dei suoi caratteri e connotati: facilmente “allineabile” a questa o a quella fazione, calzante all’espressione tardo cinquecentesca  “stiamo ubbidienti a ogni mezzo huomo, che la Città manda” scritta dall’Anonimo empolese.
Ci sono anche spunti e analisi positive soprattutto in merito al Seicento, Settecento e Ottocento, periodi in cui gli abitanti del castello e contado di Empoli si sono potuti fregiare di una classe dirigente locale capace di elevarne il rango economico e culturale nel complesso scenario toscano.
Passa ad illustrare l’intraprendenza di alcuni personaggi appartenenti alle famiglie Feroni, Del Papa, Salvagnoli, Mariano Bini, Del Vivo, Busoni, Neri, Marchetti e molti altri.
Colpisce anche il lato urbanista di Lastraioli, lanciante critiche allo sviluppo urbano attraverso i primi piani regolatori, ritenuti poco coraggiosi e inconsistenti.
Come non condividerne le sue conclusioni ?

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Giuliano ha sorvolato su di alcuni aspetti, volutamente o meno: l’empolese si è commistionato parecchio coi fiorentini, ma in verità non è dissimile dai mercatari che affluivano occasionalmente al mercato di fronte alla Pieve.
L’empolese non è riuscito a sviluppare saldamente un legame col suolo che calpestava: la riprova è da ricercare nei diversi episodi di reiterato opportunismo, fatalismo e ingratitudine verso i propri abitanti illustri.

Mi fermo qui, consigliando vivamente la lettura del testo, in particolare è caldamente consigliato a chi ha ruoli amministrativi di questa città.

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